Un manuale per sfuggire alla rete del conformismo

Il dialogo come strumento di crescita individuale e collettiva è stato il filo conduttore del confronto che si è sviluppato, nella splendida cornice del chiostro del museo diocesano e del Codex della Diocesi di Rossano, in occasione della presentazione dell’ultimo lavoro di Domenico Campana: ‘’Il Monaco e l’Ebreo- nella Magna Grecia bizantina agli albori dell’Umanesimo’’, edito da conSenso publishing. E non è senza significato che il rilancio di tale dialogo sia partito proprio dalla patria dei Santi Nilo e Bartolomeo, protagonisti, insieme all’ebreo Donnolo, filosofo, medico, astronomo, del libro che approfondisce, in un contesto culturale e religioso della Magna Grecia bizantina, la loro opera di impulso culturale ma anche sociale, dove la lingua ed il pensiero della tradizione classica greca, hanno fatto da comune denominatore spianando loro la strada al dialogo, pur nelle differenti identitarie scelte religiose.
A significazione che l’identità, individuale o collettiva, che si sostanzia in un patrimonio culturale, ma anche spirituale-religioso, non comporta arroccamenti, steccati, ma confronto e dialogo, ovvero scambio reciproco. In una società fortemente globalizzata e ‘’atomizzata’’ dove anche modi vivere e di pensare divengono connessi su scala mondiale, grazie ad un continuo flusso di scambi che li rende interdipendenti, unificati: individuare la propria identità, sia essa individuale che collettiva, è un’operazione e condizione necessaria per non restare irretiti nel “pensiero unico”. San Nilo e Donnolo sono un esempio di pensiero anticonformista ma dialogante che ci aiuta, ancora oggi e forse ancora di piu’ oggi, ad uscire dalle secche dell’omogeneizzazione-appiattimento culturale. Il “Monaco e l’Ebreo”, ritengo possa essere una sorta di manuale dell’identità dialogante che serve ad indicare una strada per non incappare nella rete del conformismo culturale.
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